“Sposo in toto il pensiero che Francesco Vincenzi e Massimo Gargano, rispettivamente Presidente e Direttore di ANBI nazionale hanno condiviso con una nota stampa a seguito degli eventi alluvionali che si sono abbattuti su Emilia Romagna e Marche. Un testo che mette in fila le diverse competenze sui territori e che definisce le effettive responsabilità dei Consorzi in questo momento di grande smarrimento figlio di un’anomalia climatica che pressa e chiede di ridefinire ruoli e modalità di operare. Mi sembrava doveroso condividerlo con i nostri consorziati, i nostri partner, e colleghi”
Michele Maiani – Presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche
Nota ANBI:
I CONSORZI DI BONIFICA HANNO COMPETENZA SULLA RETE IDRAULICA MINORE
VITTIMA E NON CAUSA DELLE RECENTI ALLUVIONI DI FRONTE ALLA CRISI CLIMATICA SERVONO SCELTE CONCRETE E NON STRUMENTALI POLEMICHE ALLA RICERCA DI CAPRI ESPIATORI
“Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, sia esso un sindaco o un portatore di evidenti interessi economici e quando si legge che se i Consorzi di bonifica chiudessero non se ne accorgerebbe nessuno, verrebbe voglia di sospendere l’attività e vedere il 30% dei territori di pianura italiani tornare ad essere acquitrini. Sono certo che nessuno in questo Paese vorrebbe mai tornare alle paludi che abbiamo contribuito a sanificare per il bene del territorio.”
A dichiararlo è Massimo Gargano, in qualità di Segretario del Sindacato Nazionale Enti di Bonifica ed Irrigazione (S.N.E.B.I.), rispondendo ad alcune accuse strumentali.
“Di fronte alle conseguenze della crisi climatica – prosegue - servono urgenti soluzioni infrastrutturali di adattamento all’estremizzazione degli eventi meteo e non fuorvianti ricerche di capri espiatori.”
(…)
“Infine - aggiunge il Presidente di ANBI Francesco Vincenzi- a chi adombra supposti conflitti di competenze in materia di prevenzione idrogeologica ribadiamo che invece, in Italia, le responsabilità sono chiare: le Autorità di Distretto pianificano, Stato e Regioni programmano, mentre l’operatività è affidata, secondo i rispettivi ruoli, ad enti territoriali come Consorzi di bonifica e Geni Civili. Due sono le criticità in questa catena decisionale, esaltate dalla velocità della crisi climatica: gli insufficienti finanziamenti, conseguenza di una scarsa attenzione verso politiche di prevenzione e la lentezza degli iter burocratici. Non lo diciamo certo da ora: serve snellire le procedure nel rispetto dei controlli di legge ed occorre un piano pluriennale di manutenzione del territorio italiano, che manca dagli anni ‘80 e preveda almeno un miliardo di investimenti all’anno. Altrimenti – conclude Vincenzi - appare chiaro il destino di un Paese in costante emergenza dove, dall’inizio dell’anno, ci sono già stati circa 2500 eventi estremi. I Consorzi di bonifica stanno facendo la loro parte ed hanno centinaia di progetti pronti per migliorare la resilienza dei territori di fronte alla nuova situazione climatica: da gennaio, lungo la Penisola, sono stati segnalati 279 tornado, nel 2010 se ne registrò 1. Più chiaro di così!”
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