Le alluvioni che hanno segnato le Marche, hanno evidenziato tanto la centralità del ruolo rivestito dal Consorzio quanto la fragilità di un sistema che investe ancora troppo poco in prevenzione e troppo nel recupero dei danni post-emergenza.
Il Consorzio di Bonifica delle Marche è responsabile primo della manutenzione ordinaria del reticolo idrografico minore in ambito extraurbano: una fitta rete di corsi d’acqua di oltre 18.000 km che attraversano tutta la regione. Quest’opera di manutenzione è finanziata esclusivamente attraverso il contributo di bonifica. Solo nel 2024, gli interventi di manutenzione ordinaria sono stati 421 per un costo totale di € 2.400.000 a fronte di un totale di contributi effettivamente versati di € 3.450.000, parzialmente destinati anche al mantenimento del Consorzio che in quanto ente pubblico “economico” non riceve finanziamenti per la sua gestione.
Un dato che da solo parla e che evidenzia come, le risorse a disposizione del Consorzio, rappresentino oggi il limite primo rispetto ai tanti interventi da fare a supporto della sicurezza idraulica di tutte le Marche e che ovviamente non riguarda il solo reticolo idrografico minore, ma anche i torrenti ed i fiumi attualmente di competenza regionale. Il Consorzio di Bonifica delle Marche spicca fra quelli di tutt’Italia per il minor numero di contributi di cui può disporre, a carico, pressoché interamente, dei soli agricoltori, rispetto ai km quadrati di territorio da gestire.
Nel futuro in cui il Consorzio vuole andare, gli interventi di bonifica sono strumenti di prevenzione del rischio idrogeologico e vanno di pari passo a quelle opere strutturali che puntano a mitigare il rischio idraulico e a mettere in sicurezza luoghi e persone, tessuto economico e sociale. Il rischio idrogeologico può essere solo mitigato e mai purtroppo completamente eliminato, è possibile però scongiurare drammatici episodi come quelli di settembre 2022 o maggio 2023 e la perdita di vite umane vissuta.
In un’ottica di semplificazione e di efficientamento del sistema di prevenzione del rischio idrogeologico nella nostra regione, il Consorzio si candida fin da ora ad estendere le proprie competenze alla manutenzione straordinaria dei corsi d’acqua minori, a quella ordinaria e straordinaria degli stessi corsi d’acqua nei centri urbani ed a quella ordinaria e straordinaria di fiumi e torrenti, oltreché a realizzare per conto della Regione opere idrauliche strutturali.
Una logica che richiede una profonda e coraggiosa riforma dell’attuale sistema, sposata in toto da tutti i Consorzi italiani e che l’ANBI, tramite l’iniziativa legislativa dello CNEL si propone di trasformare presto in legge.
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